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zio Enrico, amico di famiglia - PARTE 1


di leo3333
26.05.2024    |    5.725    |    9 9.7
"Era una cena organizzata dopo il matrimonio dei miei per celebrare con le persone più intime, senza il caos che c’era alla festa; Io ero seduto di fianco ai..."
Eravamo tutti a cena fuori, io, i miei genitori, e decine di amici e parenti. Era una cena organizzata dopo il matrimonio dei miei per celebrare con le persone più intime, senza il caos che c’era alla festa; Io ero seduto di fianco ai miei, ma loro non mi filavano di striscio, continuavano a parlare con gli altri adulti di quanto sia stato un bel matrimonio, quanto si siano divertiti, e quanto non vedano l’ora di andare in luna di miele. di fronte a me era seduto Enrico, un amico di famiglia che ormai chiamo zio, che conosceva mio padre da quando erano piccoli, anche se non hanno molto in comune, né di carattere, né sopratutto di fisico: Enrico era alto, muscoloso, imponente, con dei bicipiti da urlo e dei pettorali enormi che a stento stavano nelle magliette che indossava, aveva un leggero pelo che copriva il suo addome, e una vita relativamente stretta rispetto alle spalle che mi faceva girare la testa. Aveva dei capelli marroni medio lunghi leggermente ricci che gli cadevano sempre sugli occhi, verdi e marroni, sempre sormontati da degli occhiali che lo facevano sembrare un po’ un nerd; aveva un po’ di barba, e dei baffi più folti che sognavo la notte, e un sorriso abbagliante, che ti faceva incantare. Era anche molto simpatico, riservato ma solare, intraprendente, anche un po’ donnaiolo, stronzetto e provocante, dato che ogni volta parlava senza filtri di sesso e figa, ma soprattutto colto, era molto intelligente, potevi parlarci di qualunque cosa, sapeva sempre intrattenerti, e forse era questa la cosa che più mi aveva rapito di lui, perché effettivamente è da quando ho 14 anni che fantastico su di lui. Fu il suo modo di coinvolgere che non mi fece annoiare completamente, perché a metà serata attaccò bottone con me chiedendomi della scuola e di queste cazzate qua, a cui di solito rispondo svogliatamente, ma con lui era diverso, c’era intesa, ovviamente solo in amicizia, lo sentivo come uno zio, e praticamente lo era, lo conoscevo da tutta la vita, e con lui riuscivo veramente a parlare di qualsiasi cosa. Quindi iniziammo a parlare e a scherzare; parlammo del matrimonio, di quanto siano felici i miei e bla bla bla… della mia vita e della sua, quando ad un certo punto entrarono nel discorso anche i miei genitori, che mi rivelarono una sorpresa enorme: mentre loro sarebbero stati in luna di miele, Enrico sarebbe venuto a casa mia per stare con me! certo da un lato mi sembrava una bambinata da genitori protettivi, ma poco importava, avrei passato tre settimane con Enrico! Solo questo pensiero mi faceva sognare, e me lo faceva diventare duro… certo non speravo di poter concludere niente con lui, ormai ero abituato a vederlo con una donna diversa ogni mese, ma anche solo l’idea di poterlo sbirciare in bagno… non vedevo l’ora.
Ovviamente dovetti fare quelle domande di rito del tipo “ ma va figurati non c’è problema” “ mamma ormai so stare da solo” ma dentro stavo esplodendo di gioia, e il mio cazzo stava esplodendo nei pantaloni, e ogni volta che incontravo lo sguardo sorridente di Enrico, pulsava sempre di più. Mentre continuai a far finta di non aver bisogno di una “tata”, Enrico mi disse:
“ Dai Marco, vedrai che ti divertirai, di certo non sarò un genitore, vedila come una vacanza con un amico”
i miei risero, lo feci anche io, ma dentro stavo esplodendo di eccitazione; Enrico mi sfiorò la gamba da sotto il tavolo e mi sorrise, ma questa volta nei suoi occhi vidi un pizzico di malizia, e divenni paonazzo più che mai: cosa voleva dire? non lo so, ma speravo nel meglio. Durante la cena continuammo a parlare, ma da quel momento in poi lui continuò a toccarmi sotto il tavolo e a lanciarmi sguardi maliziosi; Io non ce la feci più, andai in bagno, mi sfilai il cazzo dolorante dall’erezione dai pantaloni, e dopo neanche quattro seghe sborrai nel cesso, accennando anche ad un piccolo gemito.
Per più giorni mi sono segato solo al pensiero di stare con Enrico per tre settimane, e finalmente il giorno arrivò: I miei erano partiti per l’aeroporto la mattina presto, e io ero appena tornato da scuola quando sentii il citofono suonare:
“ chi è “
“ sono io stronzetto “
Scherzava, sapevo che scherzava, ma il velo di provocazione nella sua voce mi eccitava troppo. Aspettai intrepido davanti alla porta, e quando la aprii, mi ritrovai davanti una visione: aveva i capelli tirati in dietro, e indossava una canottiera dannatamente stretta da cui uscivano i peli del petto e si intravedevano i capezzoli, sopra aveva una felpa grigia aperta, coordinata alla tuta grigia in cui risaltava il pacco, da cui ben si distingueva la sua mazza. Forse lo fissai un po’ troppo, e il silenzio fra noi divenne un po’ imbarazzante:
“ Ciao Marco, sei pronto a tre settimane senza quel rompipalle di tuo padre? ”
Io risi, completamente rosso in faccia, e d’istinto lo abbracciai, stringendolo apposta a me per sentire il suo pacco sulla mia pancia, perché si, era talmente alto che con la faccia arrivavo ai pettorali, e con la pancia al cazzo. Lui mi abbracciò, forse anche più del dovuto, entrò con la sua valigia e disse:
“ sono praticamente appena tornato dal lavoro, se non ti dispiace vado a fare la doccia, la valigia la sistemerò dopo “
Altro che se non mi dispiaceva, non vedevo l’ora di vederlo uscire dal bagno con il corpo e i capelli bagnati, e un asciugamano in vita… che magari sarebbe caduto… basta, stavo sognando troppo, e il mio cazzo era duro da quando il citofono suonò, dovevo calmarmi, ma come facevo con quel ben di dio a mia disposizione?.
Lui entrò in doccia, ma io volevo, dovevo guardarlo; Quindi mi venne un idea, presi le prime sue cose che trovai nel mio armadio, bussai alla porta del bagno e dissi:
“ Ti disturbo? devo solo mettere due cose nel cesto poi esco “
Lui mi disse di entrare, alla fine non era niente di strano, eravamo due maschi che vivevano insieme, non c’era vergogna… entrai, e forse con troppa lentezza andai a buttare le cose nel cesto, ma quando lo aprii vidi la sua tuta che indossava prima… non so cosa mi prese ma la presi e la portai con me, e mentre uscivo dal bagno potei vedere la sagoma del suo corpo possente e nudo tra i vetri opachi della doccia, che però era leggermente aperta: non se ne sarà accorto, ma da quello scorcio potei vedere il suo culo, il suo magnifico culo, tondo, sodo, grande, leggermente peloso, e la sua schiena possente, muscolosa, mi chiedevo come sarebbe stato averla sopra di me… ero troppo eccitato, uscii di fretta dal bagno con la sua tuta in mano e il cazzo duro, che già sentivo bagnato. Andai in camera mia, chiusi la porta e mi cambiai, indossando la sua tuta, che ovviamente non mi stava, era troppo grande e lunga, ma comunque potevo vedere la sagoma del mio cazzo duro. L’idea di indossare la sua tuta che prima conteneva il suo cazzo, le sue mutande, le sue gambe, il suo culo… mi mandava fuori di testa, mi eccitava troppo, quindi la tolsi, la stesi per terra davanti a me, e iniziai a segarmici sopra, pensando a Enrico, al suo corpo possente e nudo, al suo culo… l’orgasmo mi pervase, un gemito uscii dalla mia bocca, ribaltai gli occhi all’indietro, mi protesi in avanti, poggiando un braccio per terra per sorreggermi, mentre fiotti di sborra densa schizzavano su tutta la sua tuta. Quando l’eccitazione passò, mi resi conto del danno: Avevo appena sborrato sulla tuta di Enrico, come facevo a pulirla? a nasconderla? la prima cosa che mi venne in mente fu di leccare via la sborra, ma ovviamente gli aloni rimasero, quindi aspettai che Enrico uscii dal bagno, e la rimisi nel cesto dei panni, sperando che non l’avrebbe notato. Ero comunque eccitato da quell’avventura, e da un lato speravo che lo notasse, e che magari lo apprezzasse…
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